In tempo di pandemia anche una passeggiata o un caffè con un amico possono essere fonte di stress. Lo sa bene un giovane anonimo che si è rivolto al team di psicologi del progetto ‘Lontani ma vicini’, promosso da Istituto di Ortofonologia (IdO) e Diregiovani.it, nell’ambito della task force per le emergenze educative del ministero dell’Istruzione.
“Quando esco- scrive l’anonimo autore- mi stanco facilmente. Mentre sono fuori penso costantemente a quello che devo fare per non rischiare possibili contagi e se mi scordo di lavare le mani e tocco qualcosa di ‘pubblico’ poi mi viene il panico. Quando mi dimentico di lavare le mani inizio a pensare che potrei stare male, diciamo. In realtà- chiarisce il giovane- non ci penso subito, ma la sera quando sono a letto inizio a pensare a tutto quello che ho fatto e anche se so di aver seguito tutto correttamente, poi mi convinco di aver sbagliato qualcosa. A volte preferisco restare a casa piuttosto che sapere già di dover avere tutti questi problemi dopo”. Sono tutte paure comprensibili, secondo il team di esperti: “Capiamo quello che tu definisci faticoso, perché questi pensieri costanti e invasivi condizionano la possibilità di rilassarsi e dedicarsi alle relazioni”.
Gli psicologi spiegano, inoltre, come sia normale che certi pensieri si presentino proprio di sera, al momento di andare a dormire, “quando la mente tende ad abbassare i toni ed i ritmi rallentano. L’assenza di altri stimoli- chiarisce il team di ‘Lontani ma vicini’- fa sì che tali pensieri prendano il sopravvento facendoti perdere la serenità. Inoltre, per molti quello prima dell’addormentamento è un momento particolare, durante il quale possono emergere timori e preoccupazioni legati al processo di lasciarsi andare al sonno”.
Ma non bisogna preoccuparsi troppo, assicurano, “con il tempo le cose andranno a migliorare e determinati rituali, come indossare la mascherina e disinfettare le mani- concludono- diventeranno abitudinari e perderanno quell’iniziale tensione”.